Perché SELENE?
Il progetto SELENE vuole essere un’occasione per andare alle radici del dramma vissuto dalle famiglie e dagli operatori sanitari in Italia e Spagna, durante la pandemia di Covid-19, un dramma di dolore e di sgomento, nel quale moltissime persone si sono trovate impossibilitate a rielaborare il distacco dai propri cari, piene di sensi di colpa per non aver potuto dare un’ultima carezza oppure di contro a essere l’ultimo saluto per chi se ne stava andando, lontano dai parenti. La memoria è essenziale per crescere come umanità, ciò che abbiamo vissuto in questi due anni di COVID-19 non può essere cancellato dalla memoria collettiva, non possiamo dimenticare i nostri anziani, la solitudine, la salute, i nostri modelli di vita. Se la pandemia ci ha insegnato qualcosa, è che dipendiamo l'uno dall'altro, che c’è una grande comunità che è la specie umana e che l'amore, la sofferenza e la morte ci rendono tutti uguali, pelle ed emozioni. Attraverso la condivisione di testimonianze e l’arte, come risorsa terapeutica, aiutare a superare le esperienze di vulnerabilità cosi come sensibilizzare, umanizzare e dare visibilità nella nostra comunità a quanto vissuto dai pazienti, le loro famiglie e chi si prende cura di loro. In quest’ottica il lavoro artistico e creativo diventa una catarsi necessaria, una memoria che si fa azione. Queste esperienze hanno rappresentato eventi traumatici che sconvolgono e modificano le strutture schematiche che guidano i processi di apprendimento e le capacità di prendere decisioni. Esperienze che interessano le componenti psicologiche fondamentali, sono in grado di generare una perdita generale del significato dell’esistenza di una persona, per ciò, è necessario compiere una ricostruzione, che permetterà a queste persone di ricreare strutture nuove e più resistenti. Il progetto sarà implementato da 2 organizzazioni partner in 2 paesi dell'UE. Italia e Spagna. Attraverso la condivisione di testimonianze e l’arte, come risorsa terapeutica, aiutare a superare le esperienze di vulnerabilità cosi come sensibilizzare, umanizzare e dare visibilità nella nostra comunità a quanto vissuto dai pazienti, le loro famiglie e chi si prende cura di loro. In quest’ottica il lavoro artistico e creativo diventa una catarsi necessaria, una memoria che si fa azione.