Il video nasce dalla raccolta di alcune interviste. Ci sembrava importante attraverso la parola di qualcuno provare ad offrire uno sguardo su questi anni di pandemia. Le persone intervistate hanno collaborato con i mediatori umanistici fin dal 2020, per cui sono testimoni che hanno avuto la possibilità di intraprendere un percorso comunitario di memoria generativa.
Il video è composto da tre parti: la prima per raccontare cosa hanno vissuto le persone, quali sentimenti prevalenti e cosa muovevano dentro di loro in termini di agiti. La seconda legata al significato che hanno avuto i cerchi di parola e/o laboratori di memoria generativa per attraversare il dolore e dare senso a quanto accaduto e la terza per dare spazio a quanto imparato dalla pandemia come valore da recuperare e custodire per riaprire il futuro.
Nel video compaiono delle immagini di copertura che facilitano la visione e favoriscono l’attivazione di un linguaggio simbolico, alcune di queste sono opere d’arte prodotte da artisti bergamaschi durante il tempo della pandemia e sono state utilizzate durante i Cerchi di Parola per favorire l’espressione di quanto vissuto, in particolare: “Dalla morte annunciata alla morte anonima” di Gianriccardo Piccoli e “Acrobati nel vuoto” di Maurizio Bonfanti.
Il titolo del video è stata un’intuizione dell’ultima ora, per ricordare tutte quelle persone che la pandemia si è portata via, ma non ha inghiottito, perché ancora vivono fra noi grazie alla nostra memoria e tutti noi che siamo ancora qui e abbiamo la responsabilità di camminare in avanti verso la luce. A custodirci e orientare il passo c’è chi si ne è andato dall’altra parte!
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